Lletres:
Francesco Guccini Signora Bovary

Signora Bovary (Francesco Guccini) Ma che cosa c'e' in fondo a quest'oggi di mezza festa e di quasi male, di coppie che passano sfilacciate come garze

Esistenza, che stai qui di contrabbando, come un ladro sempre pronta per fuggire, ogni eta chiude in se i crismi dello sbando, sbaglio e intuire,

Lo chiamavamo Keaton quel pianista, naturalmente perche non sorrideva mai, mentre noi ci ammazzavamo di risate a vederlo la, come un parafulmine,

in fondo, quando bene o male faremo due conti, e i giorni goccioleranno come i rubinetti nel buio e diremo "...un momento, aspetti..." per non essere mai pronti, signora Bovary

Von Loon, uomo destinato direi da sempre ad un lavoro piu forte che le sue spalle o la sua intelligenza non volevano sopportare sembro quasi baciato